
mercoledì 20 agosto 2008
... ( not ) as a ( boy )friend

Pubblicato da
immobilerivoluzionario
alle
23:56
Etichette: corpiestranei;
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conto i giorni che ci separano dal viaggio.
ora che siamo solo due esseri contigui, divisi da un muro capace di cambiare continuamente consistenza, di assottigliarsi e poi di nuovo ispessirsi senza una logica apparente.
questo è era il mio tributo personale ad un amore mancato e il tentativo di ridisegnare due entità che non si appartengono più, per quanto una di esse desideri desiderasse ancora il contrario.
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immobilerivoluzionario
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c'era una volta un muro.
in quanto confine aveva il ruolo di dividere due entità, innalzarsi a separare due spazi ravvicinati, due camere contigue. allo stesso tempo, come ogni soglia, costituiva anche il punto di contatto, la legittimazione dell'altra parete, il riconoscimento di ciò che si trovava al di là della superficie comunicante.
a un certo punto il muro è crollato.
non so dire bene se sia stato qualcuno ad abbatterlo o se sia svanito da solo, quasi smaterializzato. non solo non esisteva più qualcosa da dividere, ma soprattutto mi sono accorto che non era rimasto niente da unire. il fatto è che, neanche tanto inaspettatamente, nella mia camera scarsamente illuminata, sono state alzate le serrande e qualche raggio a caso ha deciso di spolverare il buio dagli occhi e farmi riappropriare della casa intera. è anche piacevole ora, col senno di poi, guardare come tutto sia in fondo bene arredato e decisamente più confortevole di prima. non mi manca più niente, di nuovo.
ho pensato molto se fosse giusto continuare a esprimermi attraverso questo luogo, o se fosse il caso di cambiare ancora una volta forma.
alla fine ho deciso di restare.
per quanto le camere separate non siano più altro - grazie al cielo - che un guscio semanticamente vuoto, un semplice significante privo di alcun contenuto, esse rappresentano prima di tutto la citazione di un romanzo, il riferimento a uno scrittore che ha lasciato dei segni indelebili sul mio corpo. segni che a breve, sono certo, qualcuno sarà anche in grado di leggere nella loro interezza. la descrizione del sito rimane anch'essa, come monito, a ricordarmi chi sono, quali sono stati i miei errori di valutazione, le mie ingenuità.
il gioco della seduzione, quasi sicuramente, è qualcosa che tutti possiamo imparare.
lo spessore, e non mi riferisco a muri questa volta, è più un attributo dato una volta per tutte: o si ha o non si ha. e se io non posso sindacare su me stesso voglio almeno potermi aggrappare alla consistenza, quella tangibile, quella palpabile, di chi mi sta intorno.
in attesa, come al solito.
3 commenti:
Non per essere polemico, ma ci tenevo a precisare che io Permesso? la interpreto in modo più ampio..
Innanzitutto la casa non è una casa vera e propria, ma una casa più importante: una specie di casa dentro di noi. Una sorta di coscienza, più o meno.
E la strada più che una strada è un percorso inconsciamente definito in passato, sulla luce di ciò che siamo, ciò che eravamo e ciò che vorremmmo essere.
Permesso, dice, non è una fuga, questo perché è uno svincolarsi dal superfluo, ma per dirigersi verso una meta precisa: una presa di coscienza.
Tornare a chi si era dimenticato di essere e di voler essere.
Non intendevo di certo la casa in cui C. è tornato ad abitare fisicamente. Sia chiaro che anche la casa in cui io immagino C. è metaforicamente intesa e non una casa vera e propria. Nella mia proiezione, però, Permesso? è sì un riconsegnarci a noi stessi, ma che avviene attraverso l'altro. Can you read my soul? in effetti potrebbe anche essere una domanda di autocoscienza, rivolta al proprio ego. Secondo me, però, che la vedo molto più banalmente, è solo una richiesta fatta a una persona, fuori da noi, cui abbiamo fatto ritorno. E l'altro per antonomasia, l'altro per cui il cuore sente questo disfarsi non può che essere colui o colei che ci completa. Riapprodare all'altro insomma, per rientrare in sé.
Comunque nessuna pretesa di fare un'ermeneutica personale di C., assolutamente. Voleva solo essere una reverie.
Fa piacere, a ogni modo, non trovare nelle tue parole più accenno a ciò che gli altri vorremmo che fossimo, che in passato, ma potrei anche ricordare male, accompagnavi spesso a ciò che siamo, ciò che eravamo e ciò che vorremmmo essere.
@vi
???
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