martedì 31 luglio 2007

memorie dall'interno zero

insomma ci deve essere un dentro e un fuori

se accumulo lettere qui, da camere separate
se prendo e ti scrivo da un letto singolo
se non ho nessuno a cui mentire una buonanotte da una doppia qualsiasi
se ogni tanto ci sfioriamo lungo le pareti degli innumerevoli corridoi

finirà che prenderemo ricordi ed orizzonti
li rinchiuderemo in vecchie scatole
in attesa di tempi migliori
ognuna con la sua facile etichetta
rimarranno solamente amanti in affitto
ognuno per conto proprio
nessuna adiacenza
murature umide e ammuffite
stanze scarsamente arredate
cuori appoggiati su un qualunque guardrail
di nuovo in strada
sfrattati da qualche destino o santo minore

potremo chiudere porte
fare due mandate
cambiare serrature
ma che mi dici di avvitare le braccia attorno a se stessi

poi, tutto sommato, 17euro a testa in pieno quartiere latino è anche conveniente
due passi e siamo in centro
eppure non credo di sapere bene come dobbiamo muoverci

si entra o si esce?

domenica 29 luglio 2007

we cover the distance/but not together

mercoledì 25 luglio 2007

soglie temporali. le rendez-vous est à paris.

le parole spesso hanno occhi. profetici. riescono a cogliere un avvenimento che aleggia nell'aria, prima ancora che accada. solamente una volta che l'evento ha preso forma, si è reso palese, allora ciò che era stato scritto, in un breve istante, si dispiega nel suo significato più completo, più vero. pochi caratteri messi in fila che contenevano un qualcosa, nascosto, solo in potenza, all'improvviso lo manifestano come atto. il linguaggio è come un metodo divinatorio insomma, le lettere un oracolo. ne ho la conferma ogni qual volta mi metto a rileggere miei vecchi appunti di vita, abbozzi sconnessi, frasi sparse, vecchi posts sull'altro blog. in ogni riga già c'eri tu, la tua venuta, lo scossone che mi hai trasmesso, i nostri discorsi, i nostri gesti. bastava solo avere il codice per interpretare tutto. ora che credo di averlo trovato vorrei solo sapere in quali pagine andare a guardare per riuscire a capire come andrà a finire. come dire che tutto è già scritto e quel che deve accadere accade.

tout disparaîtra mais...

lunedì 23 luglio 2007

xxxxxxxxxxxx? killthepoetry!

immaginarsi milioni di persone in processione. donne incinte, scrittori falliti, ex beat strafatti marci, sadhu dalle barbe chilometriche, lascive puttane dal cuore sfranto, monaci zen ed hare krishna, senzatetto pseudopredicatori, adami ed eve postmoderni. tutti intenti a salmodiare. ognuno a recitare la sua litania, i suoi lamenti. ognuno pronto a piantare la sua croce. in un'atmosfera da rito arcano. vedersi riflesso in ogni loro singolo lineamento. poi allargare il campo. guardarli tutti lì, come piccole formiche, in pellegrinaggio lungo il deserto della tua schiena. fa caldo mentre l'accarezzo. è un passatempo che certo non mi aiuta a prendere sonno. anzi, mi inquieta anche un po'. sarà anche che stavolta non siamo su di un letto, ma su un pavimento duro che mi ammacca i fianchi ogni volta che mi giro. così scosto il tuo braccio infilato su di me, e mentre, a cielo aperto dormi sereno, mi alzo e mi giro la mia sigaretta di golden. una volta che ho leccato la cartina e sono di nuovo sdraiato sul terrazzo ascolto solo il mio respiro, mentre butto fuori l'aria. la mia preghiera. una nuova celebrazione. e mi chiedo cosa hai chiesto al tuo di dio quando poco fà quelle due stelle si sono staccate dal buio e ci sono cadute sopra. chissà a cosa credi, chissà se credi. a quello che dico. a quello che provo. anche all'amore se vuoi. mi rispondo da solo, che forse è insano cercare proprio le tue di mani a proteggermi. da te. mi rende giusto più visionario e non ammazza la poesia, non ce la fa. dovrei smettere. ma anche no. allora rimetto il tuo braccio al suo posto, stretto sopra di me, guardo in alto e buona notte. cambiano i colori, il cielo si stempera ed è già l'alba. ite, missa est.

martedì 17 luglio 2007

travel is dangerous (?)

lunedì 16 luglio 2007

quadratura del cerchio

e pensare che ieri notte ne parlavo con xxxxxxx. sì, proprio con lui. la tua brutta copia, se vogliamo, in molti aspetti. gli dicevo che oggi avrei davvero preso la macchina e sarei venuto fino a nepi. dove dovevi andare, per stare dai tuoi. motivo del tuo darmi buca al mare. avrei comprato una rosa e l'avrei infilata in altri libertini. a pagina sessantasette, dove inizia viaggio. niente di che a livello letterario, poca poesia probabilmente, ma un onesto slancio vitalistico. in un certo senso il mio aspirato stile di vita. credo di averlo letto più o meno alla tua età, quando il mio interail post-maturità era ormai passato da un anno. sarei piombato davanti casa e ti avrei chiesto dammi un'ultima possibilità, non mettere etichette, partiamo per tre settimane, scopriamo il resto del mondo insieme e un po' anche noi stessi. poi la chiacchierata con damiano si è spinta fino a tardi, le tre, e ho finito con l'alzarmi dal letto di conseguenza. era mezzogiorno, ho cercato l'indirizzo tramite le paginebianche ma, complice il garante della privacy, il servizio non funzionava più. così ho rinunciato e ho deciso di andare lo stesso al mare, anche da solo. e sì, va bene, proprio nel posto che ho criticato più volte, ma sai, sono uno sfigato nostalgico, e l'ho scelto perché in fondo era carico di ricordi ed io, come al solito, ero in cerca della tua presenza, non necessariamente fisica. sperando di mettere ordine nei cassetti. mentre ero alla guida, parallelamente, ha iniziato a farsi strada in me un'intuizione, anche se ancora ad uno stato grezzo. una premonizione non proprio lucidissima. ad intermittenza, si faceva cosciente, per poi scomparire di nuovo in qualche spazio della mente ad ogni buca o curva presa troppo stretta. così parcheggio, cazzo proprio davanti all'entrata, giornata fortunata, tolgo le scarpe ed infilo le infradito. mentre cammino, insieme alla mentos del pacchetto che mi hai dato tu, continuo a masticare quella sensazione. quando all'improvviso alzo lo sguardo e me la ritrovo davanti, concreta, l'immagine che in parte ormai avevo quasi scommesso di aspettarmi. tu e luigi in spiaggia, anche voi appena arrivati. vedi caro X., forse un giorno, a breve, farò quello che volevo veramente fare in questa cazzo di giornata, e ti darò il libro, cercando di metterti su di nuovo la voglia di viaggiare. con me, dentro di me. per adesso non mi va di intristirmi ulteriormente, quindi sorrido. non pensavo davvero che damiano potesse contribuire, forse in maniera anche positiva, a questa nostra storia, entrarci a suo modo, dopo un anno che non lo rivedevo. mi ha fatto anche risparmiare un po' di benzina. sembra chiudersi qualcosa. probabilmente non la mia adolescenza. e comunque molto ancora non torna.

giovedì 12 luglio 2007

cuori (in)castrati

ore 00:52. ripasso mentalmente la nostra ultima trenta ore, che il presente mi impedisce di dormire se non posso relazionarlo al trascorso. se avessi la certezza che tutto questo servisse a qualcosa allora mi metterei a dosare le parole, centellinare ogni sillaba. ma tu non sei arrendevole neanche stanotte ed io, da parte mia, non riesco ad allentare la presa. così siamo di nuovo a san lorenzo. dove venerdì invece sì che deponevi le armi mentre ascoltavo il tuo sonno e parlavi addormentato, per quel che ne capivo, di posti da vedere, di sciarpe, di chissà quali cose lette in un libro, e senza accorgertene, concedevi anche qualche bacio. poi c'è il fumo, la serata a casa mia, le risate, che credo diventeranno di rito, davanti ai griffin, i messaggi scambiati attraverso l'epiderma, lungo la pelle. sono io che ti scrivo che non ce la faccio più, che è insopportabile, voglio di più e comunque non galleggio, forse affogo. sei tu che mi ripeti non ti preoccupare, passerà, mi dispiace, cerca di sforzarti, finiscila. e tutto questo riusciamo a dirlo solo con le mani, niente di più. il resto sono crampi alle braccia e la consapevolezza di non riuscire ad esprimermi abbastanza soltanto per mezzo di quelle. infine il risveglio, della mente, e più tardi anche del resto del corpo, infilarsi i costumi e buttarsi a mare, le onde. decisamente più alte delle tue ma dove per fortuna stavolta non mi abbisso, resto a galla, anche se mi manca il fiato. proprio come quando immagino che siamo quasi uno. questa notte vorrei scomporre i suoni in cuffia e ricostruirli nel tuo nuovo silenzio, armonizzarli nei tuoi gesti sempre più ristretti. usciti stonati ancor prima che tu li possa suonare. stroncati sul nascere, prima di diventare coscienti. la finestra è aperta, arriva anche un filo di vento. non so se con sé porta la risposta giusta. a ognuno il suo linguaggio.

giovedì 5 luglio 2007

mercoledì 4 luglio 2007

metereo(a)patia

sempre più spesso mi piove addosso la tua indifferenza, un disinteresse totale. che neanche ti sprechi a mascherare più di tanto. a camuffarlo in un ehi scusa se non ti rispondo, anzi. lo rendi palese e a tratti strafottente. sembra che quasi ti diverta, piccolo essere anaffettivo vestito da techno esistenzialista. e io a chiedermi come sia possibile che in questo inizio luglio, con il suo sole stordente e i suoi 35 gradi, finisca ogni due giorni per essere inondato. i tempi in cui ero un teorico dell'arte del prendere la pioggia sembrano secoli fa. quando sarei stato capace di uscire sotto l'acquazzone e cantare per ore fradicio, magari un po' ubriaco, modulando la voce al passo minimale delle gocce. felice. la tua, invece, è un pioggia che mi bagna dentro e mi ammala. è una pioggia di cui non ho alcuna sete ma che penetra nelle radici più profonde. e non rende affatto fertile il terreno su cui a stento poggiamo, lo fa solo più scivoloso. tantomeno ha un'azione catartica, che non mi sembra ci sia un cazzo da purificare. forse l'unica maniera per farla riassorbire, tutta quest'acqua, è nell'osmosi dei corpi. che ogni tragedia di questo mondo finisce in un odore. e se ho una certezza, è quella che non si tratta certo dell'odore della pioggia o della terra bagnata. né di quello di noi due ansimanti. quindi prendimi la mano e vieni al centro di questa zona di bassa pressione. dove forse, fra le pieghe della pelle, esiste una qualche fessura senza nuvole.

fade out

il momento è di quelli essenziali e io devo fare attenzione. tutti i contorni devono essere curati e ben definiti. che il passaggio dalla memoria breve a quella a lungo termine può anche essere fatale. una volta arrivato oltre, non credo potresti più sfumare e io non riuscirei a dimenticare per sempre. neanche con quel fumello scrauso che mi passa la periferia.

domenica 1 luglio 2007

sit on my karma

dell'economia dei sentimenti ovvero produci consuma crepa

la prima volta che siamo usciti me ne stavo lì ad ascoltarti che non avrei mai smesso. siamo scesi sul lungotevere, hai tirato fuori un pacchetto di caramelle, anche buone, e dopo l'ennesima sigaretta hai attaccato un discorso sul consumismo. della serie ero dal tabaccaio che dovevo comprarmi le sigarette e ho dovuto prendere anche questo, che sì era superfluo, però sai, consumismo insomma. qualcosa del genere. probabilmente scontato, ma direi effettivo. così anche oggi ti ho accompagno a prenderle ste tue sigarette ed eri lì a fumartene una. un respiro. tira di nuovo. mi pareva di vederlo il fumo mentre si annodava al diaframma. te ne parli ed io me ne sto ad ascoltare, ancora una volta, come sempre a mezz'aria. o fra i tuoi polmoni. che quello che inalo è la stesso, qualcosa di leggermente annebbiato. ed inizio a pensare alle volte che mi sono sentito così: scelto, scartato, assaggiato, velocemente divorato e poi buttati via gli avanzi in un vecchio cassonetto. o anche nel tevere che alla fine è uguale. consumismo affettivo insomma. come dire fare er mignottella, baciare a destra e manca, anche senza dare un significato. che io dentro lo so che non sei così, per quanto abbia cercato di distruggere alcune parti di te. fatto sta che, saliti in terrazzo, scambio parole che non sono direttamente emesse dalla bocca e che non ho scelto io. e sarà il sole, sarà la mia consueta posizione quando sono con te, che sdraiato tutto mi riesce meglio, ma il mio dialogo immaginario scioglie ogni dubbio. che non abbiamo addosso prezzi e non ci siamo scelti e niente è ancora completamente consumato. assumerà la confezione che vorrà, che così è scritto che sia. sperando che gli ingredienti siano nelle giuste proporzioni, e tutto possa essere piacevole al palato.