domenica 16 novembre 2008

trattenuta #1

anche passare dall'odore dell'umido a quello del bagnato è un gioco di lievi sfumature, di impercettibile gradualismo. il giallo ocra delle foglie su cui tentenno passi, il blu diluito delle pareti, questo nuovo nero di peso ad alcune meditazioni notturne. in questo mezzo novembre persino i colori sembrano tutti sul punto di cedere, di rinunciare a se stessi. forse bisognerebbe rivalutarla la resa, la capitolazione. concedere bontà anche al gettare la spugna. che squallore, non trovare il modo di rimettere le mani in tasca e proseguire dritto il cammino. mollare, cazzo, mollare, spedire socrate dritto all'inferno invece di relegarlo alla santità di quelli che evviva la morte pur di non abiurare alle idee, pur di non sconfessarsi. lasciar stare, astenersi. eppure, eppure questo antico silenzio, il non riuscire a parlare, che possa attenuarsi e farsi tutt'uno con quel silenzio ben più profondo e in apparenza un pelo scaramantico, quello a cui l'uomo da sempre consegna le sue cose più grandi. un religioso tacere, ecco. due qualcosa, al momento, scorrono paralleli. fa forse differenza se non si incontrano mai o se si incroceranno all'infinito?