giovedì 30 luglio 2009

briciole e pagnotta

a breve, di nuovo. . . qui

martedì 14 aprile 2009

la misura del dopo

è giunta l'era delle tentazioni, il tempo delle nomine. il momento dello sfoderare il coraggio e ricominciare a chiamare le cose con il loro appellativo. non una strategia liminale ma un limite interdetto. non un ritrovarsi nudi ma il momento che precede la vergogna. non delle mancanze ma delle possibilità di completamento inattuate. non una sana impermeabilità ma paura forzata. è giunta l'era delle tentazioni, l'attimo di essere semplici. non un frutto dalla forma rotonda e dalla buccia sottile. una mela. il futuro è raccolta.

camereseparate si ferma qui, retrodatato e poco sazio.

mercoledì 25 marzo 2009

la misura del prima

domenica 15 marzo 2009

dell'eventualità dei weblog, una comunicazione di servizio

siamo onesti. facciamo 50 e 50. un po' svolge da funzione fàtica, un po' è un vecchio come il cucco farsi sanamente i cazzi degli altri, almeno da parte mia. il che non significa che non ci sia da imparare, come sempre leggendo. comunque, E., la mia natura di isolante - puoi chiamarlo il mio essere di legno - ha impedito che prendessi scosse. ma non credere che la mia natura di pensante - questo invece puoi chiamarlo il mio spirito autocritico o pipparolo - non si sia data comunque da pensare.

martedì 3 marzo 2009

la sindrome dell'arto fantasma

che diciamocelo pure. va bene l'affetto, già detto, già fatto, già tanto. e sia anche il magnetismo, che cosa te lo ripeto a fare, non credere agli amori dell'intermittenza, su e giù un pulsante, on-off, off-on, tic-tac, tic-tac, toc-toc, avanti? indietro, avanti e indietro e poi di nuovo, passo passo. e non parlo di me, forse di quell'altro. le mie porte sono state sempre dannatamente aperte. insomma, diciamocelo pure, l'unica molla in grado di muovere ogni cosa nel mondo è di superiore natura. sto dicendo di quel primo motore chiamato contraddizione. la conditio necessaria a quell'assurdo istante che prelude al cambiamento. la genesi delle possibilità, del bivio, della biforcazione, dell'esplosione combinatoria. del momento di tirare fuori i birilli migliori e mettersi a giocare all'incrocio dei binari. a e non a, b e non b, c2 colpito e affondato. che spostarsi non è altro che prendere una via fino ad allora misconosciuta e tenuta in spregevole considerazione, decidere di andare anche controvento. e farlo mentre si lancia tutto in aria per poi riprenderlo al volo. in tempi come questi, di trasformismo di basso profilo e di finte contraddizioni, di crisi fattuali e scarsità di ori e dischi epocali, la vera domanda che ci dobbiamo porre non è perché qualcosa piuttosto di qualcos'altro quanto perché piuttosto qualcosa che il nulla. e dove fosse la prosperità, prima. come chiedersi se il rock sia veramente morto alla fine degli anni 90. decisamente più sottile. in tempi come questi, di quaresima e battaglie navali, di sottocoperte e digiuni è in fondo opportuno stracciare le fatture di guerra, gli obiettivi abbattuti, i giocolieri in caduta, i cd scaricati. dare fuoco alle bollette del gas e della luce. che se domani staremo una pasqua, saremo io e lui. l'interruttore che non c'è. e la corrente, continua. off.

venerdì 16 gennaio 2009

giovedì 8 gennaio 2009

concedersi scusanti

ciò che più mi intimidisce non è tanto il balenarsi del buio, il presagio dei momenti neri. sarebbe smoderatamente comodo, infantilmente banale: un'alitata che spanni i vetri, una voce dedita al va tutto bene, una presa sicura, un pesante cavo d'ancoraggio. avere tutto a portata di mano quando ci si senta soli e tristi. al contrario di ogni apparenza, non ho ossa poi del tutto minute. la vera grande rogna, invece, sono in larga parte le scoperte felici. ladri di biciclette alle tre del mattino, l'aggiunta di nuove coordinate geografiche all'epopea familiare, un vecchio bianco e nero di mio padre, una metafora particolarmente calzante, un cielo ulcerato. e sì, persino la coltre di nebbia al 38 o un basso profondo. il fatto è che ormai s'è insinuato il dubbio, una volta per tutte. che sia la stessa pasta. allora ogni cosa torna al suo posto, l'ordine disfatto ricombinato. potrebbe capire, probabilmente mai.