a breve, di nuovo. . . qui
giovedì 30 luglio 2009
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conto i giorni che ci separano dal viaggio.
ora che siamo solo due esseri contigui, divisi da un muro capace di cambiare continuamente consistenza, di assottigliarsi e poi di nuovo ispessirsi senza una logica apparente.
questo è era il mio tributo personale ad un amore mancato e il tentativo di ridisegnare due entità che non si appartengono più, per quanto una di esse desideri desiderasse ancora il contrario.
c'era una volta un muro.
in quanto confine aveva il ruolo di dividere due entità, innalzarsi a separare due spazi ravvicinati, due camere contigue. allo stesso tempo, come ogni soglia, costituiva anche il punto di contatto, la legittimazione dell'altra parete, il riconoscimento di ciò che si trovava al di là della superficie comunicante.
a un certo punto il muro è crollato.
non so dire bene se sia stato qualcuno ad abbatterlo o se sia svanito da solo, quasi smaterializzato. non solo non esisteva più qualcosa da dividere, ma soprattutto mi sono accorto che non era rimasto niente da unire. il fatto è che, neanche tanto inaspettatamente, nella mia camera scarsamente illuminata, sono state alzate le serrande e qualche raggio a caso ha deciso di spolverare il buio dagli occhi e farmi riappropriare della casa intera. è anche piacevole ora, col senno di poi, guardare come tutto sia in fondo bene arredato e decisamente più confortevole di prima. non mi manca più niente, di nuovo.
ho pensato molto se fosse giusto continuare a esprimermi attraverso questo luogo, o se fosse il caso di cambiare ancora una volta forma.
alla fine ho deciso di restare.
per quanto le camere separate non siano più altro - grazie al cielo - che un guscio semanticamente vuoto, un semplice significante privo di alcun contenuto, esse rappresentano prima di tutto la citazione di un romanzo, il riferimento a uno scrittore che ha lasciato dei segni indelebili sul mio corpo. segni che a breve, sono certo, qualcuno sarà anche in grado di leggere nella loro interezza. la descrizione del sito rimane anch'essa, come monito, a ricordarmi chi sono, quali sono stati i miei errori di valutazione, le mie ingenuità.
il gioco della seduzione, quasi sicuramente, è qualcosa che tutti possiamo imparare.
lo spessore, e non mi riferisco a muri questa volta, è più un attributo dato una volta per tutte: o si ha o non si ha. e se io non posso sindacare su me stesso voglio almeno potermi aggrappare alla consistenza, quella tangibile, quella palpabile, di chi mi sta intorno.
in attesa, come al solito.
2 commenti:
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