venerdì 16 gennaio 2009

giovedì 8 gennaio 2009

concedersi scusanti

ciò che più mi intimidisce non è tanto il balenarsi del buio, il presagio dei momenti neri. sarebbe smoderatamente comodo, infantilmente banale: un'alitata che spanni i vetri, una voce dedita al va tutto bene, una presa sicura, un pesante cavo d'ancoraggio. avere tutto a portata di mano quando ci si senta soli e tristi. al contrario di ogni apparenza, non ho ossa poi del tutto minute. la vera grande rogna, invece, sono in larga parte le scoperte felici. ladri di biciclette alle tre del mattino, l'aggiunta di nuove coordinate geografiche all'epopea familiare, un vecchio bianco e nero di mio padre, una metafora particolarmente calzante, un cielo ulcerato. e sì, persino la coltre di nebbia al 38 o un basso profondo. il fatto è che ormai s'è insinuato il dubbio, una volta per tutte. che sia la stessa pasta. allora ogni cosa torna al suo posto, l'ordine disfatto ricombinato. potrebbe capire, probabilmente mai.