lunedì 26 maggio 2008

calma apparente ?

mercoledì 21 maggio 2008

semantica degli spazi vuoti

ovvero roma-londra, roma-bari, roma- .

per i ponti interrotti a metà strada. per le palazzine sfitte e le chiese sconsacrate alla domenica mattina. per gli angoli umidi dei niente e le mura pesanti dei nulla, quando ti chiedevo cosa ci fosse. per l'estetica dello sfascio e della distruzione. per i volti non conosciuti e attesi. per le facce immaginate per accumulazione progressiva. prima zero, poi tratti leggeri, proiezioni, infine vere e proprie fisionomie. per gli indizi nascosti nelle foto e le frasi rarefatte, concesse fra parentesi. per l'introiezione dell'altro come tappa propedeutica alla sopravvivenza di se stessi. per gli intermezzi, gli intervalli. per i buchi neri, il buco nell'ozono, per ogni tentativo risolto in un buco nell'acqua. per i buchi della serratura e gli orifizi indiscretamente sbirciati. per i voyeurs. per le vene scavate dei tossici, per le siringhe usate. per le pagine saltate e l'affastellarsi di lacune scolastiche. per le stanze abbandonate in tutta fretta. per il passo che mi separa da un inizio, da una fine. per il bianco. che contiene già in sé tutte le onde dello spettro elettromagnetico. che preserva gelosamente al suo interno, da sempre, tutti i colori. quando la prossimità ha generato già troppe distorsioni e rumori di fondo, lascio parlare la distanza. lascio che a esprimersi siano i chilometri, le vie non del tutto percorse, le geografie non ancora frugate. gli spazi vuoti. come dipingere su tela immacolata. perché per ogni mancanza esiste sempre una controparte potenziale, sovraccarica di signficati. perché ciò che vogliamo e ci spetta è solo riempire ed essere riempiti.