domenica 20 aprile 2008
atto di fede
io credo che adesso staccherò tutto qui, infilerò le chiavi in tasca, 10 euro di fumo e 10 di benzina, e mi metterò a guidare verso il mare. reggae a manetta, finestrini spalancati e un gran bisogno di urlare. per questo troppo sole, per il kebab di ieri notte che alle 13 di oggi non mi sembra abbia ancora oltrepassato la soglia dell'esofago, per tutte le teste di cazzo che hanno votato pd condannando a morte la sinistra manipolati da questa stronzata del voto utile e dalla vecchia paura del nano malefico, urlerò per C. che nella vita è questione di incroci ciechi e di scontri accidentali e io invece voglio vederti di nuovo, sapere di te, scroccarti un'altra sigaretta e fare altri 5 minuti di pausa, urlerò per le 4 di notte passate a scrutinare, per i miei amici etero fattissimi e in totale imbarazzo ma tutto sommato divertiti in serate queer, per un sms di troppo a cui, come previsto, non è arrivata risposta che poi io lo vedo che leggi il blog, per la tangenziale alle 3 di notte, maledetta fattanza ma benedetti san lorenzo e il 32, per amici xenofobi dentro ma pur sempre amici, per il mio essere disoccupato e neanche più studente. ecco, io credo che mi siederò al volante, imboccherò la colombo, reggae a manetta, finestrini spalancati, cercando di urlare ogni singola nota. per questa strada che in fondo sento mia e forse non sarà piena di svolte ma costeggia comunque paesaggi notevoli.
Pubblicato da
immobilerivoluzionario
alle
13:22
Etichette: corpiestranei, emergenzeclimatiche, joints, sublimazioni
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1 commento:
é solo roma che va.
che la odi. odi aspettare i mezzi per un´ora, odi non arrivare mai quando vorresti perché c´é traffico, odi la gente, odi i centri sociali di destra e le colonne sonore di gianna nannini e bennato che ne cantano l´apertura, odi il fatto che tutti siano cosí dannatamente xenofobi, omofobi, lesbofobi e tutte femministofobi magari. ce le hanno tutte le fobie, i romani, meno che in altre cittá, magari, ma tutte insieme.
poi torni con un treno notturno.
stanc* assonnat*
vorresti solo tornare a casa.
non hai un euro per pagarti la metropolitana e prendi il 170.
e lí ti ricordi perché ti é mancata.
perché
il colosseo
il teatro marcello
circo massimo
testaccio.
mammaroma. tutto quello che mi serve é sotto il cielo della mia cittá?
eppure voglia di non tornare mai. mai. mai.
e guardare, studiare, progetti di mobilitá.
[ma nella testa restano solo le meglio stelle solo le meglio che c´ha]
/stupidi sfoghi, tanto poi chi odi e ami sono sempre e solo i suoi abitanti e le sue abitanti/
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